IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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Gen 3,9a.11b-15.20; Sal 86; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26b-38

SABATO 8 DICEMBRE

Il cristiano, contemplando la bellezza della Madre di Dio, viene condotto dallo Spirito Santo ad un grande desiderio: essere bello come Lei è bella. Perfetto come Lei è perfetta. Senza macchia come Lei è immacolata, purissima. Specchio di virtù come Lei è modello in ogni verità, fede, speranza, carità. La bellezza soprannaturale della Madre dice ai figli che anche loro possono essere belli nello spirito e nell’anima. Anche del cristiano il mondo dovrebbe cantare, quanto si canta della Vergine Maria: “Tutta bella sei, Maria, e il peccato originale non è in te. Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d'Israele, tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori. O Maria! O Maria! Vergine prudentissima, Madre clementissima, prega per noi, intercedi per noi presso il Signore Gesù Cristo”. La festa dell’Immacolata deve creare nei cuori questo desiderio di bellezza divina, soprannaturale, celeste. Essere vestiti di luce come Lei è luce. Alla Vergine Maria, letto nella verità dello Spirito Santo, applicato a Lei in modo spirituale, possiamo riferire tutto il Cantico dei Cantici. Lei è la Sposa. Lo Spirito Santo è il suo mistico Sposo. Lei cerca lo Spirito, lo Spirito cerca Lei in una ricerca eterna.

Tutta bella sei tu, amata mia, e in te non vi è difetto. Vieni dal Libano, o sposa, vieni dal Libano, vieni! Scendi dalla vetta dell’Amana, dalla cima del Senir e dell’Ermon, dalle spelonche dei leoni, dai monti dei leopardi. Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, mia sposa, tu mi hai rapito il cuore con un solo tuo sguardo, con una perla sola della tua collana! Quanto è soave il tuo amore, sorella mia, mia sposa, quanto più inebriante del vino è il tuo amore, e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo. Le tue labbra stillano nettare, o sposa, c’è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano. Giardino chiuso tu sei, sorella mia, mia sposa, sorgente chiusa, fontana sigillata. I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane, con i frutti più squisiti, alberi di cipro e nardo, nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo, con ogni specie di alberi d’incenso, mirra e àloe, con tutti gli aromi migliori. Fontana che irrora i giardini, pozzo d’acque vive che sgorgano dal Libano. Àlzati, vento del settentrione, vieni, vieni vento del meridione, soffia nel mio giardino, si effondano i suoi aromi. Venga l’amato mio nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti (Ct 4,7-16).

La bellezza della Vergine Maria è nella pienezza della sua consegna a Dio: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Non c’è bellezza più alta, più nobile, più santa di questa. In questa consegna Lei si mette tutta per sempre nelle mani del Padre. La sua vita è un dono a Dio. Lei rimarrà vergine in eterno per il suo Dio. Al cristiano oggi questa bellezza manca. Lui oggi è solo dalla sua volontà.

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Non possiamo noi dire di amare Maria e non imitarla nel suo dono alla Parola. Né possiamo noi dire di donarci a Dio senza la sua Parola. Chi vuole donarsi a Dio deve necessariamente donarsi alla Parola. Chi vuole credere in Dio, deve credere nella sua Parola. Si crede nella Parola, si crede in Dio. Ci si consegna alla Parola, ci si consegna a Dio. È questa la crisi, madre di ogni crisi. Nessuna crisi nella Chiesa potrà essere risolta, se non si risolve questa prima essenziale crisi: la fede nella Parola.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutate ogni cristiano perché si consegni alla Parola di Dio.

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