IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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Ger 2,1-2b.23-29; Sal 50; Am 9,11-15; Mt 9,35-38

VENERDÌ 23 NOVEMBRE

La compassione di Gesù non è per le cose effimere di questo mondo. La sua è compassione di purissima essenza. Lui è venuto per liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato e della morte. La sua compassione è per assunzione sulle sue spalle di tutte le nostre colpe, al fine di espiarle, lavandole con il suo sangue. È anche compassione che lo spinge a farsi Eucaristia per noi. Lui dona tutto se stesso a noi, per darci ogni forza perché noi viviamo in Lui e per Lui, con una natura nuova creata dal suo Santo Spirito. Così la Lettera agli Ebrei celebra la giusta compassione di Cristo Gesù.

Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno. Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek. Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek (Eb 4,14-5,10).

Quella di Gesù è giusta compassione, perché vissuta secondo purissima obbedienza al Padre suo. Non è una compassione che viene dal suo cuore, ma dal cuore del Padre, sempre governata dallo Spirito Santo. Oggi i discepoli di Gesù predicano la compassione, ma spesso non si tratta della giusta compassione, perché non vissuta secondo la Parola del Vangelo, la grazia dei sacramenti, la missione personale data dallo Spirito Santo ad ogni discepolo del Signore. Dobbiamo dirlo con fermezza e franchezza. Il battezzato, il cresimato, il diacono, il presbitero, il vescovo, il papa, non hanno tutti la stessa compassione da vivere. Ognuno è chiamato a vivere la compassione che scaturisce dal suo sacramento. Se questo non avviene, la compassione non è giusta. Non viene dalla mozione dello Spirito Santo, dai suoi doni, dal sacramento, dal carisma. Viene dal cuore dell’uomo ed è ingiusta. È ingiusta perché si priva l’umanità di doni essenziali di salvezza e si danno doni effimeri.

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

L’Apostolo Giuda rivela una compassione particolare, che è accompagnata dal distacco del discepolo di Gesù da quanti hanno abbandonato la retta fede.

Essi vi dicevano: «Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni». Tali sono quelli che provocano divisioni, gente che vive di istinti, ma non ha lo Spirito. Voi invece, carissimi, costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco; di altri infine abbiate compassione con timore, stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo (Gd 18-23).

Madre di Dio, Angeli, Santi, colmate il cristiano di giusta compassione verso tutti. 

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