IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

Immagine correlata

Ap 21,15-27; Sal 86; Mt 25,1-13

MERCOLEDÌ 14 NOVEMBRE

La saggezza sta nella cura di tutti i particolari, tutti i dettagli, tutte le sfumature. Essa valuta il prima e il dopo, non solo il tempo ma anche l’eternità. Nessun momento della vita dell’uomo viene ignorato dall’uomo saggio. Ancora le sue decisioni non sono prese e il saggio già conosce quali saranno i suoi frutti. È cosa saggia in questa circostanza ricordare quanto viene a noi dal Libro della Sapienza. Ci aiuta a comprendere bene.

La sapienza è infatti un tesoro inesauribile per gli uomini; chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio, è a lui raccomandato dai frutti della sua educazione. Mi conceda Dio di parlare con intelligenza e di riflettere in modo degno dei doni ricevuti, perché egli stesso è la guida della sapienza e dirige i sapienti. Nelle sue mani siamo noi e le nostre parole, ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa. Egli stesso mi ha concesso la conoscenza autentica delle cose, per comprendere la struttura del mondo e la forza dei suoi elementi, il principio, la fine e il mezzo dei tempi, l’alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni, i cicli dell’anno e la posizione degli astri, la natura degli animali e l’istinto delle bestie selvatiche, la forza dei venti e i ragionamenti degli uomini, la varietà delle piante e le proprietà delle radici. Ho conosciuto tutte le cose nascoste e quelle manifeste, perché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose. In lei c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i più sottili. La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà. Sebbene unica, può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti. Dio infatti non ama se non chi vive con la sapienza. Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; 0a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza (Sap 7,14-30).

Le vergini sagge sanno che la lampada illumina se viene alimentata con l’olio. L’olio si consuma e se essa deve ardere per molto tempo, occorre aggiungere altro olio. Esse portano e lampada e olio. Sanno anche che se l’olio è sufficiente per una lampada non può bastare per due. Non ne danno. Altrimenti tutte le lampade si sarebbe spente. Le stolte vivono il momento presente come se fosse eterno. Non preparano il loro futuro.

Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Cosa vuole insegnarci o rivelarci Gesù con questa parabola? La sua Parola, per bruciare e illuminare il mondo, ha bisogno della perfetta obbedienza ad essa. L’obbedienza è l’olio. La Parola è la lampada. La saggezza unisce in modo mirabile Parola e obbedienza. La stoltezza separa Parola e obbedienza. L’obbedienza è personale. Nessuno può dare la propria obbedienza ad un altro. Quando il Signore verrà, dovrà trovarci nella Parola e nella piena obbedienza. Se siamo nella Parola e nell’obbedienza, entreremo nel suo regno. Se siamo nella Parola, ma senza alcuna obbedienza, per noi non ci sarà posto nella sala del convito eterno. Parola di Gesù!

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci cristiani obbedienti e fedeli alla Parola del Vangelo. 

RICERCA NEL SITO

Search