IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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Ap 18,21-19,5; Sal 46; Gv 8,28-30

GIOVEDÌ 8 NOVEMBRE

“Io Sono” il nome di Dio: “Io sono colui che sono”. Solo il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe è “Io sono”. Ogni altra realtà esistente, visibile e invisibile, vicina e lontana, animata e inanimata, angelo o uomo, tutti hanno ricevuto, ricevono l’essere da Dio. Essi sono da Dio. Il Dio di Abramo neanche è da se stesso. Lui è l’Eterno. Senza principio e senza fine, senza inizio e senza termine. Tutto ciò che esiste fuori di Lui è stato da Lui creato con la sua Parola Onnipotente. Lui dice e le cose sono chiamate in vita. Dove Lui non dice è il nulla. Mosè deve andare dal faraone, da colui che non è. Al faraone deve chiedere che lasci libero il popolo di colui che è “Io sono”. Colui che non è mai potrà resistere a Colui che è. Necessariamente dovrà liberare il suo popolo.

Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?». Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte». Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione (Es 3,7-15).

Anche Gesù è “Io Sono”. Lui del Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, è il Figlio Eterno, il Figlio Unigenito, il Verbo da Lui generato in principio, cioè da sempre. La nostra fede confessa che Dio è uno nella natura, ma trino nelle persone. Come il Padre è “Io Sono”, anche il Figlio è “Io Sono” e così pure è “Io Sono” lo Spirito Santo. Perché Gesù dice ai Giudei che, quando lo avranno innalzato, allora conosceranno che Lui è “Io Sono”, cioè Dio? Chi è Dio, “Io Sono”, il Padre? Colui che con la sua Parola onnipotente ha creato l’universo visibile e i invisibile. Chi è Cristo Gesù, “Io Sono”? Colui attraverso il quale – così come all’inizio del tempo tutto è stato creato – il Padre, nello Spirito farà la nuova creazione. Il mondo nuovo che per Lui nascerà dopo la sua risurrezione attesterà che Lui è veramente il Dio per mezzo del quale Dio dona la sua vita ad ogni uomo che nella fede confesserà Cristo Gesù come suo Redentore. Anche i Giudei vedranno la nuova creazione che inizia dopo la risurrezione nel nome di Gesù e se vogliono possono aprirsi alla fede e anche loro divenire creature nuove.

Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

In verità è stato proprio così. Il giorno della Pentecoste veramente è iniziata la nuova creazione dell’uomo. Circa cinquemila uomini si lasciarono battezzare, divenendo in Cristo Gesù, per opera dello Spirito Santo, creature nuove. Questa nuova creazione invisibile diviene visibile con la guarigione dello storpio fin dalla nascita che veniva ogni giorno posto presso la porta Bella del tempio a chiedere l’elemosina. Questo miracolo mise in subbuglio tutta Gerusalemme. Pietro e Giovanni e tutti gli Apostoli resero testimonianza che per la loro fede in Gesù, “Io Sono”, quell’uomo stava dinanzi ad essi sano e salvo. Il nome di Gesù, invocato nella fede, aveva dato la salute a quell’uomo. Ora tutta Gerusalemme sa che Gesù è “Io Sono”, può convertirsi, può chiudersi nella sua incredulità. Il segno di verità è stato donato. La responsabilità è tutta loro.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che anche oggi confessiamo che Gesù è vero Dio. 

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