IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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Dt 26,16-19; Sal 97; Rm 12,1-3; Mt 16,24-27

SABATO 3 NOVEMBRE

Non si segue Gesù né dal proprio cuore né dai pensieri della propria mente. La sequela è divinamente condizionata nella sostanza e nelle modalità. Nulla è dall’uomo. Tutto è da Dio, per Cristo Gesù, nello Spirito Santo. La sequela è finalizzata alla redenzione, alla salvezza, la vita eterna. Chi non ama essere salvato, chi non aspira alla vita eterna non ha bisogno di seguire Cristo. Cristo Gesù, sequela, condizioni, vita eterna devono essere una cosa cola. Cristo si segue rinnegando ognuno se stesso e prendendo la sua croce. Quale croce ognuno deve prendere e qual è il necessario, obbligatorio rinnegamento? Il rinnegamento è l’abbandono di ogni nostro pensiero, desiderio, volontà, aspirazione, per abbracciare il pensiero, il desiderio, la volontà, l’aspirazione di Dio sulla nostra vita. O camminiamo con i pensieri di Dio o con i nostri. Non possiamo camminare un giorno con i pensieri di Dio e un giorno con i nostri. Né contemporaneamente possiamo seguire la volontà di Dio e la nostra. Non è possibile.

La croce è invece la nostra quotidiana obbedienza alla legge della giustizia, dell’amore, della verità, della misericordia, del perdono, della compassione, della fede, della verità, della speranza, della santità. La prima croce da prendere è la purissima e totale, piena e ininterrotta fedeltà ai Dieci Comandamenti. La Legge è la prima, essenziale, fondamentale croce. Se i Comandamenti non sono osservati, non c’è sequela di Cristo. Senza questa fondamentale obbedienza, ogni altra obbedienza è impossibile da realizzare. Un idolatra, un bestemmiatore, uno che trasgredisce la Legge sul giorno del Signore, uno che disonora il padre e la madre, chi uccide, chi adultera, chi ruba, chi dice falsa testimonianza, chi ha il cuore pieno di desideri impuri, chi brama la roba degli altri mai potrà seguire Gesù. Sempre il Signore ha posto l’osservanza della Legge antica a fondamento del suo Vangelo. Gesù non è venuto per abolire la Legge e i Profeti, ma per dare compimento. Tutto si edifica sui Comandamenti. Essendo oggi i comandamenti privati del loro carattere fortemente oggettivo, anche l’oggettiva sequela di Gesù non esiste più. Non si può costruire la casa evangelica sulla sabbia del sentimento dell’uomo. Occorre il solido fondamento, la roccia della Legge. Sulla roccia della Legge antica va innalzata la casa del Discorso della Montagna. È questa Legge nuova in ogni sua parola la croce di chi vuole seguire Gesù. L’obbedienza è perenne e universale. L’obbedienza sottratta ad una sola Parola ci dice che non siamo sulla croce. Manca qualcosa alla nostra perfezione. La croce va portata tutta fino alla fine.

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

Ma è solo questa la croce? Bastano i Comandamenti e il discorso della Montagna per essere discepoli di Gesù? Questa è solo la croce iniziale. C’è poi la croce che è data dall’obbedienza ad ogni sacramento che si riceve. Battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, diaconato, presbiterato, episcopato, matrimonio, unzione degli infermi mettono sulle spalle ognuno una croce particolare, singolare, unica. Ad ogni croce va data la somma obbedienza. Questo basta? È sufficiente? Ancora né basta né è sufficiente. C’è un’ultima croce da porre sulle spalle. È quella che sorge dai doni dello Spirito Santo, dai suoi carismi e dalla missione personale che Lui conferisce ad ogni discepolo di Gesù. Anche questa croce va portata sulla spalle. Purtroppo oggi si vuole amare, ma senza rinnegare noi stessi e senza portare la speciale croce dei sacramenti e dei doni dello Spirito Santo. La salvezza non nasce sulla terra senza l’obbedienza perfetta alla propria croce. Neanche per noi ci sarà vita eterna se non portiamo con amore la croce che lo Spirito Santo ha posto sulle nostre spalle. Tutto è l’obbedienza.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni discepolo porti con gioia la sua croce. 

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