Ap 12,1-12; Sal 117; Lc 9,57-62
LUNEDÌ 29 OTTOBRE
Le Leggi della sequela di Gesù sono immutabili ed eterne, immodificabili nei secoli. Prima di ogni cosa chi vuole essere testimone di Cristo e del suo mistero di salvezza ha l’obbligo di osservare tutta la Legge della Montagna. Deve essere vissuta secondo la verità dello Spirito e la sua Sapienza per tutti i giorni della nostra vita. Nello Spirito Santo Paolo vive la Legge in una maniera tutta sua e secondo la sua maniera invita ogni Apostolo e ogni altro discepolo di Gesù a viverla. Se il cuore non è nella Legge e nello Spirito, nell’oggettività della Legge e nella verità attuale dello Spirito Santo, nessuna missione sarà efficace. La missione è dalla Legge per la Legge nella Legge.
Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! (2Cor 6,1-10).
Questa Legge universale Gesù la dona come regola di sequela ad ogni uomo che vuole andare dietro di Lui. Senza Legge non c’è sequela. Si inseguono pensieri vani.
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni (Mt 16,24-27).
Posto questo a fondamento di ogni sequela, qual è lo specifico dei Missionari del Vangelo e degli Apostoli di Cristo Gesù? Ad essi Gesù chiede la libertà da ogni affetto terreno, ogni desiderio per le cose di questo mondo, ogni libertà da tutto ciò che è relazione umana. Chiede ad essi di considerarsi come morti al mondo e alle sue cose. Loro devono fare del loro corpo, della loro anima, del loro spirito un dono al Vangelo. Se tutto di essi è dato al Vangelo, nulla più loro appartiene. Tutto è del Padre. Ogni decisione su come vivere la missione spetta solo al Padre. È il Padre nello Spirito Santo che deve governare anima, spirito, corpo. La loro dovrà essere una continua morte. Nulla della loro vita è più nelle loro mani. Tutto hanno offerto al Padre.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Se anima, spirito, corpo sono dati al Padre per il Vangelo, non possono essere usati per altre cose. Altrimenti il dono non è più dono. Un dono è dono se vi è cessione di ogni diritto. Se si conserva per sé anche il più piccolo dei diritti, esso non è più dono. Gesù chiede la cessione di ogni diritto, anche del diritto di andare a congedarsi con quelli di casa, anche del diritto di seppellire il proprio padre, anche del diritto di avere un letto dove poggiare il capo durante la notte. Diritti e dono sono inconciliabili. Conservare anche un solo minimo diritto rende il dono non più dono.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la nostra vita sia un vero dono al Vangelo.