IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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At 8,26-39; Sal 65; 1Tm 2,1-5; Mc 16,14b-20

DOMENICA 28 OTTOBRE

Chi legge il Vangelo non può non constatare la fortissima e quasi totale discrepanza tra il suo dettato e il pensiero dei discepoli di Gesù. Il Vangelo è uno, Cristo è uno, la verità è una, perché la fede non è anche una? A cosa è dovuto questo abisso tra il pensiero di Dio e di Cristo e le parole dei suoi discepoli? Le ragioni di questa incolmabile divergenza è il cuore dell’uomo, non purificato, non lavato, non santificato dalla grazia del Signore, rimasto fortemente inquinato dal peccato. Il peccato è tenebra. Il Vangelo luce. Il peccato è morte. Il Vangelo è vita. Il peccato è disobbedienza. Il Vangelo è purissima obbedienza ad ogni Parola che è uscita ed esce dalla bocca di Dio. Il peccato poi quando si impossessa del Vangelo lo tritura con i suoi denti di ferro. La verità del Vangelo si conosce dalla santità, mai dal peccato. È il peccato che è nel cuore il responsabile della trasformazione della Parola di Luce in tenebra e menzogna.

Se Gesù dice: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”, perché noi diciamo che tutti sono salvati? Se Gesù insegna che, se non si nasce da acqua e da Spirito Santo, non si entra nel regno di Dio, perché noi diciamo che per la salvezza non è necessario il battesimo, dal momento che affermiamo che tutte le religioni portano a Dio? Non si tratta qui di interpretazioni della Parola, ma di vera affermazione contraria. Gesù dice luce e noi diciamo tenebra. Gesù dice che non c’è salvezza e noi diciamo che vi è salvezza. Gesù dice di predicare il Vangelo a ogni creatura e noi diciamo che ogni religione è uguale ad ogni altra religione. Gesù dice che solo Lui è il Mediatore universale tra il Padre e l’umanità e noi diciamo che tutti sono mediatori. Gesù dice di predicare il Vangelo e noi predichiamo le nostre parole. Quanto noi facciamo non solo è disobbedienza al comando di Cristo Gesù, è anche tradimento e rinnegamento della sua Parola. È totale falsificazione della sua volontà.

Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Che ogni Parola detta da Gesù sulla missione sia vera, la conferma viene dagli Atti degli Apostoli. Paolo fu riconosciuto uomo di Dio perché morso da una vipera, senza però subire alcun danno dal suo veleno. La Parola del Signore è infallibilmente vera.

Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo. Mentre Paolo raccoglieva un fascio di rami secchi e lo gettava sul fuoco, una vipera saltò fuori a causa del calore e lo morse a una mano. Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli abitanti dicevano fra loro: «Certamente costui è un assassino perché, sebbene scampato dal mare, la dea della giustizia non lo ha lasciato vivere». Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non patì alcun male. Quelli si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo ma, dopo avere molto atteso e vedendo che non gli succedeva nulla di straordinario, cambiarono parere e dicevano che egli era un dio (At 28,1-6). .

Tutto è dalla prima obbedienza al primo comando: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”. Se questa obbedienza non è data, nessun’altra obbedienza è possibile e nessun altro comandamento sarà vissuto. L’Apostolo è obbligato per comando divino a proclamare il Vangelo, non altro. Gesù non lo ha costituito né filosofo né psicologo né antropologo, ma solo suo missionario.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate ogni discepolo di Gesù missionario del suo Vangelo. 

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