Ap 2,18-29; Sal 16; Lc 10,1b-12
GIOVEDÌ 25 OTTOBRE
Dobbiamo operare una sostanziale differenza tra la prima missione, che annunziava la venuta del regno di Dio, prima della risurrezione, e la seconda, quella definitiva, data agli Apostoli dopo la gloriosa risurrezione del Signore. Nella prima missione il regno veniva solamente annunziato e in qualche modo anche manifestato. Nella seconda missione il regno va costruito e si costruisce formando il corpo di Cristo. Si predica Cristo Crocifisso e Risorto si invita alla fede in Lui. La regola di Paolo mai tramonta.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore (Cfr. 1Cor 1,18-31).
All’annunzio di Cristo, Paolo aggiunge il forte e chiaro invito a divenire con Cristo un solo corpo. Se non si diviene un solo corpo con Cristo, se non si è con Cristo e per Cristo, mai si potrà divenire vero regno di Dio. Cristo è tutto e tutto è in Cristo.
L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio (1Cor 5,14-21).
È contro il Vangelo predicare un Vangelo senza Cristo. Quando si predica il Vangelo contro il Vangelo, cioè senza Cristo, alla fine ci si trova con teorie umane, perché è sempre Cristo, nello Spirito Santo, la verità del Vangelo. Senza Cristo il Vangelo è senza la sua verità. Tutto il nostro fallimento pastorale è in un Vangelo senza Cristo.
Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
Le regole del regno sono eterne e immodificabili. Se anche una piccola variazione viene introdotta in esse, non sono più regole del Signore. Sono degli uomini. Non producono alcun frutto di vita eterna. Dio lavora con le sue regole, non con le nostre.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai i nostri pensieri modifichino le divine regole.