Tt 2,2-10; Sal 36; Lc 23,28-31
MERCOLEDÌ 17 OTTOBRE
Quando si esce dalla Parola del Signore, più ci si sprofonda nella disobbedienza e più il fiume della devastazione e della morte ingrossa le sue acque. Il popolo del Signore ha abbandonato il suo Dio, si è dato ad ogni idolatria e immoralità, malvagità e cattiveria. Non riuscendo a sopportare il male che si abbatte minaccioso su di esso, chiede ai monti che abbiano pietà e lo coprano e alle colline di cadere su di esso. È preferibile questa morte, piuttosto che subire la tremenda e terrificante sciagura che minacciosa avanza verso di esso. Se i monti li coprissero sarebbe una vera grazia di Dio. Almeno è una morte rapida e indolore. L’altra viene con tutta la sua amarezza.
Vite rigogliosa era Israele, che dava sempre il suo frutto; ma più abbondante era il suo frutto, più moltiplicava gli altari; più ricca era la terra, più belle faceva le sue stele. Il loro cuore è falso; orbene, sconteranno la pena! Egli stesso demolirà i loro altari, distruggerà le loro stele. Allora diranno: «Non abbiamo più re, perché non rispettiamo il Signore. Ma anche il re, che cosa potrebbe fare per noi?». Dicono parole vane, giurano il falso, concludono alleanze: il diritto fiorisce come pianta velenosa nei solchi dei campi. Gli abitanti di Samaria trepidano per il vitello di Bet-Aven; è in lutto il suo popolo e i suoi sacerdoti ne fanno lamento, perché la sua gloria sta per andarsene. Sarà portato anch’esso in Assiria come offerta al gran re. Èfraim ne avrà vergogna, Israele arrossirà per i suoi intrighi.
Perirà Samaria con il suo re, come un fuscello sull’acqua. Le alture dell’iniquità, peccato d’Israele, saranno distrutte, spine e cardi cresceranno sui loro altari; diranno ai monti: «Copriteci» e ai colli: «Cadete su di noi». Fin dai giorni di Gàbaa tu hai peccato, Israele. Là si fermarono, e la battaglia non li raggiungerà forse a Gàbaa contro i figli dell’iniquità? «Io voglio colpirli: si raduneranno i popoli contro di loro, perché sono attaccati alla loro duplice colpa. Èfraim è una giovenca addestrata, cui piace trebbiare il grano. Ma io farò pesare il giogo sul suo bel collo; attaccherò Èfraim all’aratro e Giacobbe all’erpice. Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà; dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore, finché egli venga e diffonda su di voi la giustizia. Avete arato empietà e mietuto ingiustizia, avete mangiato il frutto della menzogna. Poiché hai riposto fiducia nella tua forza e nella moltitudine dei tuoi guerrieri, un rumore di guerra si alzerà contro il tuo popolo e tutte le tue fortezze saranno distrutte. Come Salmàn devastò Bet-Arbèl nel giorno della battaglia in cui la madre fu sfracellata sui figli, così sarà fatto a te, casa d’Israele, per la tua enorme malvagità. All’alba sarà la fine del re d’Israele (Os 10,1-15).
Le donne di Gerusalemme piangono per la sorte di Cristo Gesù. Lui si volta e dice loro di non piangere su di Lui, ma su loro stesse e sui loro figli. La sciagura che le attende sarà così carica di sofferenza che per esse sarebbe meglio che i monti cadessero e le sommergessero assieme alle colline. Questo è il frutto della triste e amara realtà del peccato. Ogni uscita dell’uomo dalla Parola ingrossa il fiume della disgrazia e della morte. Ogni uomo è obbligato a non aggiungere al fiume le acque dei suoi peccati.
Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Oggi molti figli della Chiesa giocano con il peccato quasi fosse un nulla. Il matrimonio è cancellato nella sua finalità. È passato da fine primario, a fine secondario. Anzi è considerato come un peso. La maternità è sottoposta alla legge dell’aborto e anche dell’infecondità. La famiglia devastata dall’adulterio e da altre trasgressioni, frutto di una concupiscenza non governata, che sfocia in ogni disordine sessuale, compresa la pedofilia, l’omosessualità, la farsa o il finto matrimonio tra due persone dello stesso sesso. La società è scardinata da ogni riferimento al soprannaturale. Ha scelto di vivere fuori di ogni legge morale oggettiva. Quando questo fiume di peccato romperà gli argini e travolgerà l’umanità, allora la morte repentina sarà una vera grazia di Dio.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano ritorni ad essere luce del mondo.