IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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2Tm 4,1-8; Sal 70; Lc 21,25-33

GIOVEDÌ 11 OTTOBRE

Il vero dramma oggi di moltissimi figli della Chiesa è la perdita della fede nella Parola di Cristo Gesù. Persa la fede nella Parola, si perde la fede in ogni cosa che nasce dalla Parola del Signore: Chiesa, ministri sacri, sacramenti, vita eterna, comandamenti, obbedienza, osservanza, perseveranza. Cade la fede nella Parola, tutto cade. Nulla rimane in piedi. È come quando si minano i pilastri di un ponte, tutta la costruzione va in rovina. Nulla di essa rimane. Senza fede nella Parola, si diviene idolatri. L’idolatria sfocia nella grande immoralità. Che oggi la nostra società sia idolatra e immorale lo testimonia sia la storia che la cronaca di ogni giorno. Quanto insegna il Libro della Sapienza non vale solo per il tempo di ieri, vale per oggi, domani, sempre.

Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio, ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza, a mali tanto grandi danno il nome di pace. Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti o banchetti orgiastici secondo strane usanze, non conservano puri né la vita né il matrimonio, ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio. Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia. L’adorazione di idoli innominabili è principio, causa e culmine di ogni male. Infatti coloro che sono idolatri vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false o vivono da iniqui o spergiurano con facilità. Ponendo fiducia in idoli inanimati, non si aspettano un castigo per aver giurato il falso. Ma, per l’uno e per l’altro motivo, li raggiungerà la giustizia, perché concepirono un’idea falsa di Dio, rivolgendosi agli idoli, e perché spergiurarono con frode, disprezzando la santità. Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura, ma la giustizia che punisce i peccatori persegue sempre la trasgressione degli ingiusti (Sap 14,22-31).

Urge che ogni discepolo di Gesù ritorni nella fede nella Parola. Se Gesù dice “Beati i poveri in spirito”, la vita è nella povertà in spirito. Non può essere nell’inseguimento delle nostre peccaminose bramosie o ricerca angosciante di vanagloria. Se Lui dice “Beati i misericordiosi”, tutta la nostra vita va impostata sulla misericordia. Il nostro essere da egoista dovrà divenire natura pronta ad ogni bene, nella fede che tutto il bene fatto ritorna a noi sotto forma di benedizione del Signore. Se Gesù dice che vi è la perdizione eterna per coloro che non vivono la sua Parola, perdizione eterna vi sarà. Avendo noi oggi perso la fede nella Parola di Gesù, abbiamo modificato la stessa essenza del Vangelo. Siamo giunti a farne un non Vangelo, un non libro della vita. A che serve credere in esso, se poi alla fine tutti saremo in Paradiso? A che giova sottomettere la carne allo Spirito Santo con una lotta quotidiana per estirpare ogni vizio dal nostro corpo, se poi alla fine vi sarà per tutti la beatitudine eterna? Senza la fede nella Parola, nessun uomo passerà dalla carne allo Spirito. Non vi è alcuna necessità di farlo. Tutti possono divenire coltivatori di peccato con ogni malvagità.

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Nella storia che sarà sempre travagliata dal peccato dell’uomo e anche da eventi della natura, il discepolo di Gesù una cosa sola deve fare: rimanere saldo nella sua fede. Se resta nella Parola, resta in Dio. La storia passa con i suoi peccati. Lui rimane. L’eternità beata sarà sua. La Parola è la sola fortezza inaccessibile per ogni male.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fare che i cristiani ritornino nella fede nella Parola. 

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