Gc 5,12-20; Sal 91; Lc 20,20-26
MARTEDÌ 2 OTTOBRE
Scribi e farisei non riuscendo a cogliere in fallo Gesù sulla Legge di Dio, pensano che invece sia possibile farla cadere sulla Legge degli uomini. La prova nella quale per essi era impossibile non cadere era quella della donna colta in flagrante peccato di adulterio. Ma anche questa prova è stata superata con ogni sapienza di Spirito Santo.
Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,1-11).
Dinanzi ad una sapienza così alta, scribi e farisei avrebbero dovuto deporre le armi, riconoscere che Gesù è veramente dal Padre, convertirsi alla sua Parola, divenire suoi discepoli. La Scrittura la grida con grande fermezza. Ogni sapienza viene dal Signore.
Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare? Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre. Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni. La radice della sapienza a chi fu rivelata? E le sue sottigliezze chi le conosce? Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende? Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono. Il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere, a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano. L’amore del Signore è sapienza che dà gloria, a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino (Sir 1,1-10).
Se Gesù è sommamente sapiente nelle cose di Dio, anche nelle cose degli uomini sarà sapiente. La sapienza non fa distinzione tra sacro e profano, perché essa è data per governare l’intera vita che è sacra e profana allo stesso tempo. La sapienza sempre ispirata, sempre dono attuale dello Spirito, è il segno più grande della verità di Gesù.
Si misero a spiarlo e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto della loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.
Nulla è troppo alto per la divina sapienza. A Gesù è sufficiente rispondere che a Cesare va dato ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio, perché venga chiusa la bocca a quanti cercano solo la sua morte. Dinanzi a Lui si spegne l’intelligenza degli intelligenti e si estingue la sapienza dei saggi. Se il cuore di scribi e farisei fosse puro, essi vedrebbero Dio che opera nelle risposte di Gesù. Essendo il loro cuore impuro, imbrattato di idolatria e di immoralità, se ne vanno pensando cosa ancora inventare al fine di riuscire nel loro proposito di morte. Essi devono sapere che mai Gesù sarà condannato per una parola insipiente, stolta, uscita dalla sua bocca. Lui potrà essere condannato solo per una parola di purissima verità, letta e interpretata come peccato dal cuore malvagio dell’uomo. Gesù è l’Innocente Eterno. In Lui non c’è il male. mai.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni uomo sia puro di cuore. Vedrà Dio in Gesù.