IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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Gc 4,1-10; Sal 50; Lc 19,37-40

GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE

La nascita di Gesù dagli Angeli è annunziata come portatrice di gloria e di pace. A Dio è data ogni gloria. Alla terra ogni pace. Tutto però avviene in Cristo, con Cristo, per Cristo. Per Cristo sale a Dio ogni gloria. Per Cristo discende la pace di Dio sulla nostra terra. La pace però non si vive fuori di Cristo. Essa si gusta in Cristo e con Cristo, divenendo una cosa sola con Lui. Si è in Cristo, con Cristo, si è nella pace. Si cresce in Cristo, si cresce nella pace. Ci si allontana da Cristo, ci si allontana dalla pace.

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,8-14).

Gesù entra in Gerusalemme. Il popolo esulta. Dalla bocca di tutti si eleva un grido: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!”. Cosa lo Spirito Santo ci vuole rivelare attraverso il grido del popolo che riconosce in Gesù il suo Messia? La verità nascosta in esso è una sola: Nel Cielo eterno la gloria di Dio è Cristo Signore. Anche la pace eterna è Cristo Signore. Il Figlio è la gloria del Padre ed è la sua vita, la sua gioia, la sua pace eterna. Ciò che il Figlio è nei cieli eterni, presso il Padre, nell’unità e nella comunione dello Spirito Santo, dovrà essere anche sulla terra. Non c’è gloria che si possa elevare a Dio se non in Cristo, con Cristo, per Cristo. Lui è la sola vera gloria del Padre. Ma anche non c’è pace che si possa dare a Dio se non in Cristo, con Cristo, in Cristo.

L’accoglienza di Gesù non dovrà essere solamente esteriore. Cristo con la sua vita e noi con la nostra. Cristo Gesù in se stesso e noi in noi stessi, prendendo di Lui solo qualche miracolo. L’accoglienza dovrà essere interiore, permanente, duratura, inseparabile. Come questa accoglienza potrà verificarsi, realizzarsi, compiersi? Accogliendo la sua Parola. Rimanendo nella sua Parola, vivendo in essa e per essa. Se la Parola non è accolta, neanche Cristo è accolto. Se Cristo non è accolto non c’è né pace e né gloria per il Signore nell’alto dei cieli. Ma neanche c’è pace e gloria per l’uomo sulla terra. La Parola non si accoglie perché discende dal cielo, ma perché si riceve dai ministri della Parola che sono gli inviati di Cristo Gesù. Si accolgono i ministri di Gesù, si accoglie la loro Parola di salvezza, si accoglie Cristo, si entra nella sua gloria e nella sua pace. L’uomo in Cristo ritorna alla fonte del suo essere e del suo operare. Fuori di Cristo, l’uomo è essere sradicato dalla fonte della sua vita.

Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

I farisei chiedono a Gesù di rimproverare i suoi discepoli perché facciano silenzio, non dicano certe cose. In verità non sono i discepoli che gridano. È tutto il popolo che è in festa. La risposta di Gesù è secca. Se essi taceranno, grideranno le pietre. Vi sono momenti in cui la verità va gridata. Non può essere più nascosta. O la gridiamo noi o la gridano le pietre. Oggi i discepoli di Gesù hanno deciso di tacere la verità del loro Maestro. La storia ha preso voce e ogni giorno sta gridando al nostro orecchio i frutti nefasti di questo silenzio di morte. I discepoli dicono una parola di vita. La storia grida una parola di morte. Celebra ogni giorno la sua assenza di vita. Eppure sarebbe sufficiente ascoltare il grido della storia per convincerci a dire noi la parola di vita.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano gridi al mondo la parola della vita. 

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