IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

Risultati immagini per Fatele fruttare fino al mio ritorno

Gc 3,13-18; Sal 36; Lc 19,11-27

MERCOLEDÌ 26 SETTEMBRE

La moneta d’oro è la vita dell’uomo. È questo il primo talento da mettere al frutto. Poi il Signore a questo essenziale, primario, fondamentale talento, ne aggiunge molti altri. Per il cristiano ogni sacramento ricevuto è un ulteriore talento aggiunto. Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Unzione degli inferni, Ordine sacro, Matrimonio, ognuno di questi sacramenti aggiunge una moneta d’oro specifica, particolare da mettere a frutto. Ogni dono dello Spirito Santo va messo a frutto. Il terreno nel quale piantare i nostri talenti sono la fede, la speranza, la carità, la prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza. Se una sola di queste virtù manca al cristiano o non viene sufficientemente sviluppata, il terreno o è pieno di sassi, o ricco di spine, o addirittura è strada. Su tali terreni non si possono piantare i talenti o le mine d’oro. Anche se vengono piantati, essi non produrranno alcun frutto. Il tempo è quello spazio tra la vita e la morte a noi concesso perché le mine possano essere messe a frutto. Con la morte, finisce il tempo a noi dato, si entra nell’eternità, ci si presenta dinanzi al Signore, giusto giudice, e ognuno renderà a Lui conto dell’amministrazione dei beni ricevuti. Questa verità è essenza della nostra fede. La fede non è una filosofia nobile. Essa dice l’essenza più pura, più santa, più reale di Dio e dell’uomo, del presente e del futuro. La fede è la verità che dona verità ad ogni essere esistente. Senza la fede la falsità e la menzogna invadono i cuori e li conducono in un viaggio di immersione in tenebre sempre più profonde. Come il sole sta alla terra, così la fede sta alla verità. Muore il sole. Muore la terra. Muore la fede, muore la verità. Senza verità l’uomo cammina in una valle di morte eterna. Uccide l’uomo chi lo priva della vera fede.

Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.

Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

Dobbiamo confessare che oggi c’è un accanimento contro la fede vera e contro il suo Autore, Fondamento, Principio, Essenza, Sostanza che è Cristo Gesù, il Crocifisso e il Risorto. Le strategie di Satana oggi sono sottili e quasi invisibili, ma letali nel cuore e nell’anima più che antrace o gas nervino. Fra qualche anno, quando i frutti di questo attacco concentrico contro Cristo si saranno manifestati a pieno, allora si vedrà la catastrofe umanitaria da esso prodotto. L’uomo può anche distruggere Cristo nei cuori dell’umanità. Ma Cristo è lì con i segni della sua croce ad attenderci. Ci domanderà conto anche del talento che è la lingua e la mente. Se non abbiamo messo a frutto i doni secondo la sua volontà, non ci sarà posto per noi nel suo cielo eterno. Ma anche questa è verità che la falsa profezia ha tolto dai cuori e dalla mente.

Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che i falsi profeti distruggano Cristo Gesù. 

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