IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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Gc 1,9.18; Sal 36; Lc 18,15-17

MERCOLEDÌ 19 SETTEMBRE

Ogni bambino, poiché frutto di Dio e dell’uomo insieme, appartiene a Dio dal momento del suo concepimento, istante in cui il nostro Creatore interviene creando direttamente l’anima. Per questa ragione è fuori da ogni verità umana, storica, divina, antropologica, la teoria secondo la quale l’uomo viene dalla scimmia. Secondo la Genesi, l’uomo viene dalla stessa terra, presa però dal Signore, impastata e formata da Lui. Ma questa forma di uomo non è uomo. Perché una forma di uomo – o anche di scimmia – sia uomo è necessario che il Signore soffi in essa il suo alito di vita e l’alito di vita è l’anima spirituale, immortale, con la sua vocazione all’eternità beata. Dio una volta sola ha preso la terra. Poi l’uomo nasce dalla coppia formata da un maschio e da una femmina, da un uomo e da una donna, uniti in matrimonio, unico e indissolubile, che è la sola forma di matrimonio possibile presso Dio. Tutte le altre forme Lui non le riconosce, anche se al momento del concepimento sempre Lui infonde l’anima spirituale, incorruttibile, immortale che fa sì che la carne diventi una persona umana.

Se il concepito è di Dio, anche il bambino appena nato è di Dio. Quando cresce è di Dio. Sempre è di Dio. Se è di Dio è anche di Cristo Gesù, venuto per la sua redenzione, salvezza, vita eterna. Ma oggi viviamo in un tempo di universale ateismo sia teorico che pratico. Anche il cristiano è stato infettato da questo virus che priva l’uomo della verità del suo Creatore e Signore e di conseguenza di ogni altra verità umana, divina, naturale, soprannaturale, sia riguardante il tempo che ciò che viene dopo il tempo. Verità da aggiungere vuole che il Signore sia sempre il Signore della vita. Essendo sempre il Signore può pensare un uomo come suo strumento di salvezza ancor prima del suo stesso concepimento. Giovanni il Battista è frutto dell’Onnipotenza del Signore che ha reso fecondo il seno di Elisabetta e dello Spirito Santo che lo ha avvolto di sé fin dal grembo della madre senza lasciarlo neanche un istante. Non solo il Signore può decidere che un uomo sia suo fin dal grembo della madre e anche prima. Anche la madre o il padre possono consacrare un loro figlio al Signore. Anna chiede al Signore un figlio con la promessa, se Lui vorrà, di consacrarlo al suo servizio. Ma un tempo si viveva di fede. Oggi si può consacrare un figlio al male, al peccato, alla morte, ma non al Signore. Dare un figlio a Dio è contro ogni legge.

«Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto» (Lc 1,13-17). Anna si alzò, dopo aver mangiato e bevuto a Silo; in quel momento il sacerdote Eli stava seduto sul suo seggio davanti a uno stipite del tempio del Signore. Ella aveva l’animo amareggiato e si mise a pregare il Signore, piangendo dirottamente. Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo» (1Sam 1,9-11).

Essendo ogni bambino di Dio, perché l’anima è di Dio, di Dio ha bisogno fin dal suo concepimento. Quello dell’anima è un bisogno di natura, mai un bisogno artificiale, ogni bambino può essere presentato a Gesù. Anzi deve essere presentato senza indugio.

Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».

I bambino è frutto dell’amore del padre e della madre. Anche nel regno, si è solo frutto dell’amore del Padre, della grazia di Cristo, della comunione dello Spirito Santo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci ad accogliere il regno di Dio come bambini. 

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