IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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1Pt 2,13.25; Sa122; Lc 16,19-31

VENERDÌ 7 SETTEMBRE

Il Signore ha posto dinanzi agli uomini l’acqua della vita e il fuoco dell’inferno. Poi ha indicato la via che conduce alla vita e la via che porta alla morte eterna. Per gustare l’acqua della vita eterna si deve sulla terra passare attraverso il fuoco purificatore della Parola di Cristo Gesù. Essenza della Parola di Cristo Signore sono anche la carità, la misericordia, l’elemosina, la condivisione dei beni della terra con coloro che ne sono privi. Se i beni non sono condivisi, si commette un grave peccato di ingiustizia, perché non si dona a Dio nel povero ciò che per diritto spetta a Lui. Qualcuno potrebbe obiettare che nulla spetta per diritto a Dio. Si risponde che a Lui spetta ogni cosa. L’uomo è opera sua. L’intelligenza è un suo dono. Tutta la materia è sua. Anche la forza è un suo dono. La salute è un suo regalo, assieme ad ogni altro elemento della natura, compresi sole e pioggia. Se Dio non mettesse questa molteplice opera, l’uomo non potrebbe svolgere nessun lavoro. Ecco perché i frutti sono di Dio e dell’uomo. Dio però non impone la legge della mezzadria. Ti chiede solo di ricordarti dei poveri, dei derelitti, di ogni affamato, nudo, assetato, ammalato, pellegrino, carcerato. Si passa attraverso il grande fuoco della carità, si evita il fuoco eterno. La carità e ogni altra opera buona vanno fatte con i frutti acquisiti con il proprio lavoro. I frutti di ingiustizia a qualsiasi titolo sono un abominio presso Dio. Prima si deve entrare nella giustizia.

Non dire: «A causa del Signore sono venuto meno», perché egli non fa quello che detesta. Non dire: «Egli mi ha tratto in errore», perché non ha bisogno di un peccatore. Il Signore odia ogni abominio: esso non è amato da quelli che lo temono. Da principio Dio creò l’uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l’essere fedele dipende dalla tua buona volontà. Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare (Sir 15, 11-20).

Il ricco della parabola evangelica non è passato attraverso il fuoco della giustizia trasformata in carità e in amore. Pensava a vestirsi con vesti delicate, fatte di porpora e di bisso, e a mangiare lautamente. Non vide quel povero che stava seduto alla sua porta. I cani lo vedevano, lui lo ignorava. Lazzaro è passato attraverso il fuoco di rimanere nella più alta giustizia nonostante la sua miseria. È giusto quest’uomo privo di tutto perché non desidera la roba del ricco, ma solo qualche briciola che per diritto è dei cani, una volta che è caduta dalla tavola del padrone. La sua è alta giustizia.

C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Abramo ricorda che la Legge è stata data. Basta solo credere in essa. Non vi sono autorità più alte di quella di Dio. Se non si crede a Lui, non si crederà a nessun’altro.

Madre di Dio, Angeli, Santi, insegnateci la via della giustizia che conduce al cielo. 

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