IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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1Pt 2,4-12; Sal 117; Lc 16,16-18

GIOVEDÌ 6 SETTEMBRE

Si entra nel regno di Dio camminando sulla via della Legge. Si dimora nel regno, dimorando nella Legge. Si conosce il regno abitando in esso. Si esce da esso, non lo si conosce più. Oggi sono moltissimi coloro che dicono cose false sul regno, su di esso raccontano favole, ogni giorno inventano menzogne su menzogne. Ogni nostra parola falsa sul regno attesta che noi non siamo regno di Dio secondo verità e giustizia. Ci crediamo regno, ma non lo siamo. Gesù ci avverte. Per entrare nel regno di Dio bisogna sforzarsi di entrare. Come ci si sforza? Credendo nella Parola di Gesù, accogliendola tutta nel nostro cuore, facendolo divenire carne della nostra carne. È questo uno sforzo e un impegno che dura tutta una vita. Inizia nel momento in cui per la prima volta sentiamo la Parola e termina quando siamo nell’eternità. San Paolo mette in guardia ogni credente in Cristo Gesù. Se non ci si sforza di rimanere regno, camminando in esso e dimorando nella Parola, non siamo graditi il Signore. Dio non si compiace di noi e mai raggiungeremo le dimore eterne del suo Paradiso.

Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio (1Cor 6,9-11). Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto.

Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. Non diventate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. Non abbandoniamoci all’impurità, come si abbandonarono alcuni di loro e in un solo giorno ne caddero ventitremila. Non mettiamo alla prova il Signore, come lo misero alla prova alcuni di loro, e caddero vittime dei serpenti. Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere (1Cor 10,1-13),

Una delle cause per cui non si cammina sulla via del regno e non si rimane nella Parola di Gesù è il pensare che essa valga per un tempo e non valga per un altro. Il Signore lo afferma con solennità profetica: È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. Oggi la Legge per molti cristiani è tutta caduta e non soltanto un trattino. Poiché il cielo e la terra non sono caduti, allora è segno che qualcosa non va in noi. Ma cosa non va in noi? Abbiamo perso la fede nella Parola di Gesù. Abbiamo sostituito la Parola scritta che ha formato migliaia e migliaia di martiri con una parola immaginata che è via spianata verso la grande immoralità.

La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi. È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.

Nessuno con una vita moralmente corretta, nei Dieci Comandamenti e nella Legge della Montagna di Cristo Gesù, ha mai sostituito la Parola scritta con la parola immaginata attribuita a Dio o Cristo Signore. Quando l’immoralità è nel cuore, quando la disobbedienza alla Legge è nell’anima, sempre la parola dell’uomo prende il posto della Parola di Dio e di Gesù. È verità. Nel cuore dell’empio parla il peccato. Davanti ai suoi occhi non c’è timor di Dio. È il grande peccato del cuore che partorisce falsità.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci puri di cuore perché parliamo del regno con purezza.

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