IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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1Pt 1,13.21; 5a1102; Lc 16,1-8

MARTEDÌ 4 SETTEMBRE

Avendo oggi abbandonato i pensieri di Dio, l’uomo pensa di poter fare ciò che vuole nel tempo presente. Non sa, non vuole, rifiuta di sapere che per ogni secondo vissuto sulla terra domani sarà chiamato in giudizio non appena entra nell’eternità. Ma anche nel tempo potrebbe essere chiamato a rendere conto e allora saranno stridori di denti. La nostra fede è questa. Dio ci convocherà dinanzi a sé e ognuno dovrà rendere a Lui conto sia delle opere di bene che di male. Dovrà dirgli perché ha fatto quel bene anziché un altro e perché si è consegnato al male e non al bene. Qual è la verità del tempo? Usarlo interamente, amministrarlo al fine di prepararsi un futuro eterno. Il Paradiso è dono di Dio. Elargizione gratuita del suo amore. Le opere buone ci danno il diritto ad entrare in esso. Senza opere buone in esso non si entra. È verità rivelata.

Nessuno però dovrà pensare che bene e male dipendano dalla sua coscienza. La coscienza non determina il bene e il male, non lo stabilisce. La coscienza è luce data all’uomo perché sempre veda e separi il bene e il male dettati a lui dal suo Signore, Creatore, Dio. Per il cristiano il bene e il male sono prima di ogni cosa stabiliti nella Legge e nei Profeti. Legge e Profeti sono portati a compimento da Cristo Signore nel suo Discorso della Montagna. Bene è quanto è conforme alla Parola di Gesù. Male è quanto gli è difforme. Quando ci presenteremo dinanzi al Signore, Lui ci chiederà se abbiamo osservato la sua Legge ma anche perché essa non è stata osservata. Lui non si interessa delle nostre teorie, filosofie, antropologie, psicologie, ideologie e ritrovati vari della nostra mente. Lui conosce solo la sua Parola. Sulla Parola saremo giudicati.

I beni di questo mondo non sono nostri, sono di Dio. La nostra vita con tutto ciò che abbiamo e siamo è un dono di Dio. L’intelligenza è un suo dono. Così anche la salute, la forza di lavorare. Niente che è in noi viene da noi. Tutti questi beni – e sono senza numero – con tutto il nostro corpo, anima, spirito, vanno usati in vista della salvezza eterna. La vita dell’uomo sulla terra è un attimo. Poi viene l’eternità. Il ricco cattivo usò le cose del mondo solo per sé. Fu consumato dal suo egoismo. Da esso accecato a tal punto da non vedere Lazzaro il povero seduto davanti alla sua porta con i cani che leccavano le sue piaghe. Il suo egoismo lo condusse tra le fiamme dell’inferno. Lui pensava come noi. Tanto, il Paradiso mi spetta di diritto! Un solo cattivo pensiero lo ha portato alla perdizione eterna. Ognuno godrà i frutti dei suoi pensieri. È Legge eterna.

Diceva anche ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Perché il padrone loda l’amministratore disonesto e perché biasima noi figli della luce? L’amministratore disonesto non viene lodato per la sua disonestà, ma per la sua scaltrezza. Questo ci sa fare. Sa come prepararsi un futuro agiato: usando i beni del suo padrone. I cristiani ancora non hanno compreso questa verità. Usano i beni per il loro presente e non per il loro futuro. Li usano in modo egoistico, per il peccato, i vizi, ogni disordine morale e spirituale, non li usano a servizio della carità. Molti non credono che per questo esercizio cattivo dei beni del Signore li attende la morte eterna. Altri, anche se credono, non crescendo in grazia e in sapienza, mancano della forza di vincere vizi e peccati e ogni bene di questo mondo è consumato dal male.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci crescere in sapienza e grazia, nello Spirito Santo. 

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