IL VANGELO DEL GIORNO

Comunità Pastorale Maria SS Regina dei Martiri. Lomaniga, Maresso, Missaglia Arcidiocesi di Milano

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Is 30,18-26b; Sal 145; 2Cor 4,1-6; Gv 3,23-32a

DOMENICA 16 DICEMBRE

Giovanni il Battista è il più grande tra i nati da donna. Tuttavia il più piccolo del regno dei cieli è più grande di lui. Lui viene da Dio. Da Dio è mandato. È mandato pieno di Spirito Santo. La sua nascita è unica tra tutti i nati dell’Antico testamento. Venire dall’alto allora non può significare in nessun modo venire da Dio, perché tutti i profeti, a iniziare da Abramo, vengono da Dio. Venire dall’alto ha un solo significato ed è quello contenuto nel prologo del quarto Vangelo. Venire dall’alto è venire dal seno del Padre. In questo brano viene fatta anche l’altissima differenza tra Giovanni, Mosè, Gesù.

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,1-18).

Gesù è Dio che viene nella carne. Non è carne che viene con lo Spirito di Dio. Giovanni è carne che viene nello Spirito del Signore. Anche Mosè è carne che viene nello Spirito di Dio. Gesù invece è il Figlio Unigenito del Padre che viene nella carne tutta avvolta dallo Spirito del Signore. La differenza è sostanziale, di essenza, natura divina, persona divina. Lui è luce eterna, verità eterna, vita eterna, grazia eterna che viene nella carne per darsi nella carne ad ogni uomo che crede in questa verità e dal suo Santo Spirito si lascia fare un solo corpo con Lui e rendere partecipe della natura divina. Per la sua divinità, eternità, figliolanza dal Padre, Lui è il Differente da qualsiasi altro uomo, perché Lui di ogni uomo è il suo Creatore, il suo Redentore, il suo Salvatore, il suo Dio. Non vi è falsità e menzogna più grande che paragonare Cristo Gesù agli altri uomini. Gli altri possono essere anche grandi nell’umanità, ma sempre sono grandi perché Gesù li ha fatti grandi nel bene, mentre Satana li ha fatti grandi nel male. Gesù non è la grandezza, ma l’Autore per creazione di ogni vera grandezza.

Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito.

Dobbiamo, noi cristiani, dire semplicemente la verità. Se diciamo di amare l’uomo, non possiamo lasciarlo nella sua falsità di peccato e di morte. Non possiamo permettere che lui si danni e noi prenderci la responsabilità eterna della sua perdizione. Chi ama l’uomo gli dona Cristo Gesù, il suo Salvatore e Redentore. Questo è purissimo amore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai rinneghiamo Cristo per amore dell’uomo.

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